1933: L’ASCESA DEL NAZISMO

30 gennaio 1933. Ai vertici del governo tedesco sale un giovane uomo politico di origini austriache. Il suo nome è Adolf Hitler. La Grande Depressione economica iniziata nel 1929 ha gravi ripercussioni su tutti i mercati occidentali, ma soprattutto su quello tedesco. La Germania, che non si è mai completamente ripresa dalla Prima Guerra Mondiale, nel 1930 si ritrova in piena crisi sociale e finanziaria. Il malessere alimenta la sfiducia verso il governo in carica, che è di tendenze moderate. Sono sempre più numerosi i tedeschi che aderiscono a movimenti politici estremisti. A sinistra, il Partito Comunista raccoglie consensi tra gli operai. A destra, tra i membri dell’esercito e del ceto medio si afferma il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori, più noto come Partito Nazista.

A capo del Partito Nazista c’è Adolf Hitler, un ex caporale dell’esercito. Hitler espone il programma del partito in un’opera intitolata “Mein kampf”, cioè “La mia battaglia.” Nel Mein Kampf, Hitler afferma che l’attuale declino della Germania è dovuto a un complotto degli ebrei e dei comunisti, volto a seminare discordia e indebolire l’economia nazionale. Sempre nel Mein Kampf, Hitler invoca la nascita di una nuova, grande Germania sotto la guida di un furher, ossia un comandante supremo. Un’idea che fa leva sull’orgoglio ferito del paese. Il carisma personale di Hitler e le sue virtù di oratore contribuiscono a diffondere la sua ideologia. Nel 1930 il Partito Nazista ottiene sei milioni di voti. Due anni dopo diventa il partito di maggioranza del Paese. All’inizio del 1933 Hitler viene nominato Cancelliere, la carica più importante del governo tedesco dopo quella di Presidente. Malgrado questa rapida ascesa, in Germania esiste ancora una netta opposizione al Partito Nazista; soprattutto nelle città dove è più forte il Partito Comunista, come Berlino.

Il 27 febbraio 1933 un incendio doloso distrugge il Parlamento tedesco. Il Partito Nazista riesce a far cadere la colpa su Marinus van der Lubbe, un ebreo olandese di idee comuniste. Hitler sfrutta quell’episodio per screditare i suoi avversari politici e sospendere alcune libertà civili. In meno di un mese i leader del Partito Comunista Tedesco e tutti gli altri oppositori di Hitler si ritrovano in prigione. Ora che non c’è più nessuno a contrastarlo, Hitler è libero di portare a termine i suoi piani. Il 23 marzo 1933 fa approvare il “Decreto dei Pieni Poteri”, che gli conferisce il diritto di promulgare leggi senza l’approvazione del Parlamento.
Di fatto, è l’inizio di una dittatura. Il Presidente in carica, l’eroe di guerra Paul von Hindenburg, muore il 2 agosto 1934. Hitler ne approfitta per assumere anche la carica di Presidente oltre a quella di Cancelliere: ufficializza così la sua posizione di führer, capo unico e supremo. Da quel momento, le sue ambizioni si rivolgono al resto d’Europa e al mondo.

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